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Pubblicato da il 8 Nov 2021 in Attività | 0 Commenti

4 novembre 2021: dalla retorica militarista alla riabilitazione dei disertori (M. Valpiana)

4 novembre 2021: dalla retorica militarista alla riabilitazione dei disertori (M. Valpiana)

4 NOVEMBRE, ONORE AI DISERTORI

 

«Dedicato a tutti quelli che stanno scappando» (Gabriele Salvatores)

«In tempi come questi la fuga è l’unico mezzo per mantenersi vivi e continuare a sognare» (Henri Laborit)

 

Per onorare la nostra Costituzione e in occasione dei cento anni del “milite ignoto”, bisogna riabilitare in pieno anche i militari disertori, renitenti alla leva, obiettori di coscienza.

Al di là della retorica militarista che spesso accompagna la memoria del 4 novembre, è giusto onorare il ricordo di chi è morto durante le guerre passate e a maggior ragione è giusto ricordare i militi ignoti, persone che non hanno avuto nemmeno la possibilità di essere sepolte con il loro nome e di avere un luogo dove essere piante dai loro cari. Uomini morti spesso senza un perché, troppo spesso ubbidendo a ordini assurdi impartiti da generali che li vedevano solo come numeri di cui disporre liberamente e non come esseri umani. Onorare queste persone senza nome e simbolo dei milioni di ragazzi, un’intera generazione, che persero la vita in battaglia.

La nostra Repubblica, sin dalla sua fondazione, ha voluto allontanarsi dall’orrore della guerra. L’Italia, ce lo ricorda l’articolo 11 della Costituzione, ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.

Per onorare a pieno la nostra Costituzione e in occasione dei cento anni del “milite ignoto”, simbolo di pace e fratellanza universale, sarebbe giusto dare onore e riabilitare finalmente anche altre figure vittime della guerra: giovani passati alla storia come codardi e vili che si rifiutarono di battersi e di morire per niente, che vollero mettere fine ai massacri, rifiutarono di uccidere altri esseri umani con differenti uniformi; persone che cercarono di fraternizzare oltre le trincee. Giovani che scappavano dal fronte per tornare a casa, aiutare i genitori anziani nel lavoro dei campi, stare vicino ai propri bambini, rivedere gli affetti familiari, salvare la pelle. Non era egoismo, era rifiuto di una violenza assurda e inutile. Avevano ragione loro.

Il tempo è maturo per compiere questo atto di giustizia storica. Rendere l’onore e restituire dignità ai tanti giovani disertori, renitenti, obiettori, che rifiutarono il massacro cercando di salvare la vita. Loro avevano ragione. I generali avevano torto.

Per questo proponiamo che anche in Italia (come già accaduto in Francia e in Gran Bretagna) venga dedicato ai disertori fucilati per mano amica un monumento ufficiale, da poter onorare come oggi onoriamo il milite ignoto. Inoltre bisogna togliere dalla toponomastica i nomi dei generali che si macchiarono di delitti infami contro i loro soldati.

La riabilitazione dei disertori ha un significato non solo storico. Onorare i fuggiaschi delle guerre di ieri significa sostenere i fuggiaschi dalle guerre di oggi di tutto il mondo e contribuirà forse finalmente a farci capire l’impellente necessità di aiutare e accogliere i profughi che fuggono dai loro paesi in guerra e cercano pace qui da noi.

Cominciamo da Verona: togliamo il nome di Cadorna, il generale macellaio, e sostituiamolo con la dedica ai “disertori della prima guerra mondiale”.

 

Mao Valpiana, (Movimento Nonviolento),

Verona, 4 novembre 2021

 

 

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