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Pubblicato da il 9 Apr 2014 in Retroscena, Primo Piano | 0 Commenti

Le CAUSE DEL CONFLITTO: il riarmo e la paranoia (L. Zoja)

Le CAUSE DEL CONFLITTO: il riarmo e la paranoia (L. Zoja)

 

Il ministro degli Esteri britannico, Lord Grey, interpretò a posteriori lo scoppio della guerra come conseguenza della corsa al riarmo che aveva ormai assunto una vita autonoma e inarrestabile. La “corsa alle armi” non è una figura antropomorfa, che corrisponda a volontà umane. È l’espressione moderna dell’antica divinità della guerra, un invasamento collettivo che scatena le Furie, come è stato descritto con forza da James Hillman. Questa ossessione sotterranea ispirava ormai il pensiero cosciente dei comandanti militari e, cosa in quel momento ancor più grave, il pensiero inconscio di una grande massa di politici o di uomini della strada: anche molti di quelli che erano onestamente convinti di volere la pace stavano scivolando verso una inconsapevole aspettativa che considerava la guerra inevitabile. Questo predisporsi al conflitto è purtroppo una cosa sola col predisporsi al pensiero paranoico: l’atteggiamento che conduce alla guerra estesa e quello che conduce alla paranoia collettiva sono strutturati in modo sostanzialmente analogo.

Proprio la paranoia, la guerra (e la corsa alle armi, sua latente forma preparatoria) una volta mosso il primo passo tende ad avanzare fin all’ultimo: anche se esso consiste nella distruzione del soggetto che formalmente la decide. In altre parole, la personalità paranoia e quella guerriera tradizionale procedono con la stessa assurda coerenza dotata di autotropia. È secondario che muoia l’individuo in cui questa personalità si incarna. Come abbiamo detto parlando della patologia individuale, quel che per lui conta, sia egli leader o individuo, è il rispetto della coerenza assurda con cui il programma paranoico – o guerriero – si sviluppa fino in fondo.

Luigi Zoja, Paranoia. La follia che fa la storia, Bollati Boringhieri, 2011, p. 131-132

 

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