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Pubblicato da il 30 Mar 2021 in Storia | 0 Commenti

Chi ha voluto la guerra in Italia (G. Giolo)

Chi ha voluto la guerra in Italia (G. Giolo)

Del resto l’intervento in guerra era stato fortemente voluto dal re che, dopo le “radiose giornate” della prima metà del 1915 che vedono i gruppi interventisti prevalere contro la volontà popolare, che non ha mai scelto spontaneamente la guerra, aveva formato, all’insaputa del Parlamento, un patto segreto con Londra che impegnava l’Italia a intervenire contro la Triplice. Certo il trionfo degli interventisti fu voluto dalla monarchia che aveva già fatto questa scelta come un’operazione politica interna diretta a liquidare il regime giolittiano sulle ali dello slancio interventista e attuò questa operazione con procedure che parecchi storici non esitano a definire da vero e proprio colpo di stato.

Ma gli anni 1914-15 misero allo scoperto le effettive condizioni della cultura italiana che o travasò nell’interventismo tutti i fermenti irrazionalistici che negli anni precedenti si erano confusamente manifestati nell’arte dannunziana, sulle pagine delle riviste fiorentine, nella rumorosa avanguardia futurista o accettò, anzi subì, la guerra con smarrimento e angoscia, incapace di rendersi conto, sul piano ideologico, delle forze in gioco. Il discorso di D’Annunzio a Quarto e L’esame di coscienza di un letterato di Renato Serra sono le esemplari testimonianze dei due atteggiamenti.

D’Annunzio usava la sua arte – come le sue suggestioni e i suoi lenocinii – per una vera e propria istigazione alla violenza, mentre Serra avvertiva i limiti della raffinata cultura umanistica edonisticamente coltivata e accettava di farsi travolgere dagli eventi per sfuggire almeno al precario mondo libresco, al “carcere d’inchiostro” e superare, in un incontro cogli altri, l’isolamento del letterato.

 

Gianni Giolo, Echi di memoria, in Maria Antonia Canton, Cent’anni di Memoria, attiliofraccaroeditore, 2015, p. 12-13

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