Come andare nei luoghi di guerra (P. Rumiz)
So che ogni metro è impregnato di agonie, segnato da vite smembrate, crocifisse su reticolati o mutilate da tagliole. Ma so anche che nulla, su quel terreno, rammenta l’immensità del dolore. Dovrei calpestare bossoli, immondizie, sangue, stracci, membra umane, gavette, resti di cibo, zoccoli, ferri, escrementi, suole di scarpe, ma l’uomo e la natura hanno cancellato ogni cosa. La notte profuma di erba, e interi paesi dormono, banchettano e fanno l’amore sui resti di un immane sacrificio umano.
Paolo Rumiz, Come cavalli che dormono in piedi, Feltrinelli, 2014, p. 12