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Pubblicato da il 15 Feb 2019 in Letture | 0 Commenti

“I fanti sono il proletariato dell’esercito”  (C. Malaparte)

“I fanti sono il proletariato dell’esercito” (C. Malaparte)

Quando parlo di soldati, intendo i soldati di fanteria, i malvestiti, i laceri, i sudici, i buffi e miserabili soldati di fanteria.

Le altre armi, anche quelle che hanno reso magnificamente parte alla guerra, non hanno contribuito a formare l’odierna mentalità delle masse, balzata fuori dal tormentoso crogiuolo della fanteria.

Io voglio parlare di quella parte della nazione armata, che non aveva né penna né piume, né specialità di reclutamento o di addestramento, di quella rinfusa di popolo di tutte le regioni d’Italia, che non aveva tasche alle giubbe, né distintivi sgargianti, che non “arrangiava” l’uniforme, che non si toglieva i “salamini”, che portava soltanto un numero al berretto e un paio di mostrine, che veniva sballottata da brigata a brigata, da reggimento a reggimento, da compagnia a compagnia, incessantemente, che era composta di artigiani e operai, di braccianti e di lavoratori d’ogni arte, di contadini soprattutto.

Io voglio parlare di quella parte della nazione armata, che rappresentava, è vero, l’analfabetismo italiano, ma che raccoglieva, anche e soprattutto, in una grande famiglia, in una grande “comune”, la più schiera espressione della nostra razza e dava la misura delle nostre possibilità, della nostra tenacia e del nostro spirito di sacrificio.

Quando parlo di soldati, intendo i pazienti, i buoni, gli ignari soldati di fanteria, che raggruppati attorno ai migliori elementi della piccola borghesia italiana, hanno tracciato strade, scalato montagne, conquistato a furia di sangue trincee e trincee, ucciso senza odio e senza odio data la vita, che hanno compiuto miracoli e sacrifici indicibili, che sono morti a migliaia senza capire e senza farsi capire.

Parlo della fanteria, dove si entrava per destinazione o per vocazione. O per punizione, come aveva stabilito Cadorna, il nemico della fanteria…

I fanti sono il proletariato dell’esercito, il rifiuto delle altre armi, i paria della nazione. Che importa se si battono e si battono bene? Importa avere sciabole ed alamari d’argento e fiamme rosse…

Curzio Malaparte, Viva Caporetto! La rivolta dei santi maledetti, Mondadori, 1981, p. 64-65

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