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Pubblicato da il 19 Gen 2021 in Letture | 0 Commenti

Il diritto di vivere e “la dottrina della fede” (I. Fiore)

Il diritto di vivere e “la dottrina della fede” (I. Fiore)

Nella dottrina della fede non riesco a trovare indicazione che possa venirmi in aiuto.

Porgi l’altra guancia.

Porgi il petto alla lama della baionetta.

Accogli tuo fratello.

Accogli il nemico invasore, sfamalo e dissetalo.

Mi divorano i dubbi come lombrichi gonfi. Lo sfrigolio lento della stoppa è la mia coscienza che brucia, mi sembra di veder ondeggiare le fiamme al mio respiro.

“Che cosa farebbe Dio al nostro posto?” mormoro.

Don Nereo sospira, appoggia la fronte alle mani giunte, i gomiti conficcati nelle ginocchia.

“Il tuo dilemma è anche il mio, Agata.” I suoi occhi cercano un appiglio nei simboli che ci circondano, ma santi e angeli hanno bocche chiuse e sguardi severi, ali e aureole che non ci appartengono.

“Non pensare che non mi senta lacerato da quando la guerra è iniziata. La diffidenza si è insinuata nell’animo… Diffidenza verso tutto ciò che dal pulpito ho sempre predicato con fede incrollabile. Ma poi vado dai nostri ragazzi, lassù, vedo i sacrifici che fanno, li vedo immolarsi e allora spero, eccome se spero, che sopravvivano, che siano loro ad avere la meglio, anche se questo significa augurare che altri soccombano. Che Dio mi perdoni, ma ora sono io il loro padre, e tu, tu, Agata, sei una madre e una sorella per quei disgraziati.”

“Altri. Siamo sempre ‘altri’ per qualcun altro. C’è sempre un sud e un nord, un est e un ovest. Non hanno forse anche gli altri una madre e un padre che li aspettano? Non hanno anche loro diritto di vivere?”

Don Nereo alza il viso al crocifisso sopra l’altare.

“Se solo fermassero questa guerra ingiusta che hanno iniziato.”

“E se qualcuno avesse detto che non è ingiusta?” chiedo “Se fossero solo dei giovani come i nostri, costretti da ordini che non comprendono, o non condividono?”

“L’uomo può sempre scegliere il bene invece del male.”

“No, non può! In guerra si chiama ammutinamento.”

“Agata…”

Non riesco a fermarmi. Non posso.

(…)

Ormai il dubbio è stato gettato e, qualunque sforzo io faccia per soffocarlo, so che troverà il modo per rivoltarsi e spingere per uscire in superficie.

 

Ilaria Tuti, FIORE DI ROCCIA, Longanesi, 2020, p. 216-218

 

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