“Il patriottismo: un’idea già morta” (P. Pietrobelli – U. De Grandis)
Allegato alla lettera vi era un foglio che riportava un testo dattilografato, dal titolo “Patriottismo e Governo”, contenente espressioni di idee che furono giudicate “sovversive ed antipatriottiche”:
“Patriottismo e Governo
Ho già detto varie volte che il patriottismo è ai nostri giorni un sentimento artificiale e sragionevole, fonte funesta della più gran parte dei mali che desolano l’umanità; non bisogna dunque mantenerlo, come si fa ora, ma combatterlo e abolirlo con tutti i mezzi di cui dispongono gli uomini savi. E, fatto strano, benché il patriottismo sia, senza alcun dubbio, la sola causa degli armamenti rovinosi e delle guerre NEFASTE, a tutte le dimostrazioni che ho fatte del pericolo e dell’assurdità di questo vecchio sentimento inconciliabile con le idee del mondo moderno, non si è risposto e non si risponde che col silenzio!!!
Il patriottismo. Non quello che certuni si piacciono immaginare, il vero patriottismo, che noi tutti intendiamo, sotto l’influenza del quale si trova la maggioranza degli uomini del nostro tempo e di cui soffre così crudelmente l’umanità, è quel patriottismo ben chiaro che ci fa preferire a tutti gli altri popoli il popolo e il paese la quale apparteniamo, e ci impegna a desiderare tanto benessere e tanta potenza, che esso non potrà acquistare che con i mezzi ordinari: recando cioè danno al benessere e alla potenza delle altre nazioni.
Ma taluni, alcune volte, benché in piccolo numero, esercitano un’azione molto importante nella società per il semplice motivo che è di loro interesse adornare con un’apparenza di vita un’idea che in realtà è già morta, benché sia in contraddizione con le forme della vita odierna; i preti mettono di buon grado a profitto la loro influenza a pro di questa nera causa perché così prolungheranno il regno delle religioni già morte. Un funzionario riesce nella sua carriera in ragione del suo patriottismo; un soldato deve fare delle campagne, se vuole avanzare di grado, ed è il PATRIOTTISMO CHE GLI PROMETTE LA GUERRA!!!
L’Esercito, il danaro, la scuola, la religione, la stampa sono nelle mani delle classi dirigenti. Questi supremi elementi fecero sì che tutta l’Europa continentale si sottomise senza discussione al servizio obbligatorio, a una schiavitù cioè di nuovo genere, più umiliante e più repressiva di tutte le forme antiche.
Queste le conseguenze”.
Preoccupato della scoperta, il Comando del 261° Rgt. Fanteria trasmise la lettera al Comando della Brigata “Elba”, che a sua volta la inviò al Comando del XXIV Corpo d’armata.
Ugo De Grandis, GUERRA ALLA GUERRA. I socialisti scledensi al “Processo di Pradamano” (luglio-agosto 1917), Centrostampa, Schio (VI), 2017, p. 111-112
(* La lettera – al fratello Angelo, di Torrebelvicino (Vicenza) – e il testo dattilografato qui riportato, erano di “Pietro Pietrobelli, caporal maggiore nel 223° Rgt Fanteria”: v. De Grandis, p. 110)