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Pubblicato da il 4 Feb 2017 in Frammenti | 0 Commenti

Jung interpreta la Prima guerra mondiale (C. G. Jung)

Jung interpreta la Prima guerra mondiale (C. G. Jung)

 

Mi guardai attorno e vidi che la solitudine si dilatava all’infinito e mi compenetrava con un gelido brivido, ancora ardeva in me il sole, ma sentivo di stare entrando nella grande ombra. Seguo la corrente che lenta e tenace trova la via verso il profondo, verso l’abisso di quel che stava per arrivare.

Così proseguii quella notte (era la seconda notte del 1914) e fui colto da un senso di attesa angosciante. Andavo avanti ad abbracciare gli eventi che stavano per arrivare, la strada era lunga e orribile, era ciò che stava per arrivare. Erano morti senza fine, un mare di sangue, ciò che vidi. Di lì nasce il nuovo sole, terribile, rovescio di quello che chiamavamo giorno. Abbiamo preso possesso della tenebra e il suo sole splenderà su di noi, sanguinolento e infuocato come un grande tramonto.

Quando afferrai la mia tenebra, sopra il mio capo calò la note splendida e magica, il mio sogno mi proiettò nelle profondità dei millenni e di lì sorse la mia fenice.

Ma cos’è capitato del mio giorno? Si accesero fiaccole incendiarie, divamparono – cruente – l’ira e la discordia. Quando la tenebra s’impossessò del mondo, si scatenò l’orribile guerra e la tenebra cancellò la luce del mondo, poiché essa era incomprensibile alla tenebra e non serviva più.

Dovemmo quindi assaporare l’inferno.

Vidi in quale vizio si trasformavano le virtù del nostro tempo, vidi la tua dolcezza trasformarsi in durezza, la tua bontà in brutalità, il tuo amore in odio e la tua ragione in delirio. Perché mai hai voluto afferrare la tenebra! Ma hai dovuto farlo, altrimenti ti avrebbe ghermito lei. Fortunato chi afferra per primo!

C. G. Jung, Il libro rosso. Liber novus. Edizione studio, a cura di S. Shamdasani, Bollati Boringhieri, 2012, p. 149-150

CGJung

 

 

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