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Pubblicato da il 8 Ago 2019 in Letture | 0 Commenti

“Mio nonno è morto in guerra”: ballata contro le guerre (S. Cristicchi)

Mio nonno è morto in guerra, o almeno così mi ha raccontato.

Ché in guerra se non morivi fisicamente, moriva comunque qualcosa dentro di te.

Mio nonno è morto in guerra, insieme a lui sono morti gli ideali.

Morto il fascismo, morto il comunismo.

Francia, Grecia, Albania, Russia.

Mio nonno ha fatto la Seconda guerra mondiale,

una maratona lungo l’Impero del Male.

Mio nonno ha inalato il puzzo dolciastro dei corpi bruciati

dalle griglie delle rappresaglie,

ha visto sfigurarsi i visi degli innocenti,

uscir fuori gli occhi delle donne stuprate dai soldati.

Mio nonno ha visto il sangue zampillare dal petto dei suoi compagni,

da una bomba squarciati, dalle mitraglie falciati.

Mo nonno è morto ogni volta che dal cielo un aereo ha sganciato,

devastando una casa, una borgata, un isolato.

E insieme a mi nonno sono morti tutti quelli

che hanno creduto

che non ci fosse altra soluzione,

quelli che credevano che Patria non fosse solo una parola

per arringare il popolo da un balcone.

Mio nonno è morto in guerra, e una parte di lui è rimasta lì,

stesa sul campo di battaglia, ricoperta dalla neve

e dai ghiacci della steppa russa.

Mio nonno è morto in guerra e da quel giorno andò alla macchia,

visse nei boschi, nelle grotte, negli scantinati, nelle botti.

Mio nonno muore ogni giorno che qualcuno continua

indisturbato a fare affari,

vendendo armi agli altri uomini per renderli animali.

Mio nonno muore ogni volta che il sole nasce

e illumina villaggi bombardati all’altro capo del mondo.

E insieme a mio nonno, muoiono ogni giorno i partigiani delle montagne,

i loro cadaveri umiliati, vilipesi, smembrati dalle parole

a serramanico di un politico.

Mio nonno muore ogni volta che un crimine resta impunito,

ogni volta che un massacro di innocenti viene rimosso,

ogni volta che qualcuno senza vergogna sputa

sulla nostra Costituzione,

ogni volta che un armadio viene girato con le ante

verso il muro.

Ogni volta che un bambino viene mutilato da una mina

che non sia di matita.

Ogni volta che il silenzio discende sule masse che non sanno.

Mio nonno muore ancora di più in questi tempi di finta pace.

Simone Cristicchi, Mio nonno è morto in guerra, Mondadori, 2012, p. 13-14

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