Poesie per la pace, in memoria (M. A. Canton)
Ecco alcune significative poesie di Maria Antonia Canton. Per chi vuole fare della memoria un insegnamento e dei monumenti un monito (n.d.r.):
ALLE MORTI RUBATE
Vedo grigi corpi ammassati
come sassi nella cava di un fiume.
Non più carezza sulla morbida pelle,
non più brezza il vostro respiro.
La guerra ha rubato all’alba la vostra morte
e alto si alza ora del sangue il gemito.
Non laverà il fiume le tracce dolorose dei pugnali conficcati nei cuori amanti!
Voi
tristi anime ammassate
sotto il bieco sguardo
falce
della vostra primavera.
IO, UOMO DIMENTICATO
Sollevo il tappo alla bocca dell’inferno
Osservo tra la cenere rimasta
il morire delle ultime scintille
Io, uomo dimenticato e dissolto,
ho smesso di pensare al mondo
sposto le scarpe da un filo all’altro
infiacchito e in preda alla paura
ascolto il suono della suola sulla terra
canto che fu.
L’ASSALTO
“All’assalto”! grida il generale
dietro al supplizio dei condannati
impietriti sulle rocce.
Nessun bisbiglio, solo il suono del cognac
dalla cintura alla bocca, dalla bocca alla cintura, dalla cintura alla bocca
Occhi spalancati implorano altri occhi
sul fior di labbra muore ogni parola
“Savoia”! il grido urlato
“All’assalto”! Verso il fuoco che ci aspetta”!
“Savoia!” il lamento disperato.
In bocca al fuoco siamo alberi abbattuti
un soldato cade, uno si curva, uno si accascia, uno stramazza sopra il primo
ci avvolge l’odore della morte
un torpore e una calma senza senso
tutto intorno cade
soldati ufficiali fucili elmetti
“Savoia”! Avanti e ancora avanti!
mille uomini e ancora mille
un battaglione di morti che avanza
“Avanti”, pietosa cantilena senza sosta
avanzano solo enormi occhi,
il tempo di un fuoco
e nulla più!
PERCHE’?
Mille e mille rivoli scarlatti
esplodono sugli sguardi infranti
la voce stremata della parola
cade sola e disperata.
A nulla, risponde il perché.
QUANTE VITE FALCIATE
Quante vite falciate
inghiottite dal mare di fiamme
li hanno uccisi obbligati a morire
con creature della stessa carne
li hanno uccisi nell’ora del fuoco
e sono là dove sono caduti
erano giovani pieni di luce
ora silenzi sotto pellegrine lune
SI PUO’ MORIRE PER UN PEZZO DI PANE
Mi ricorderete fra i salmi della guerra
senza nome né croce
ricorderete le mie mani tese
al profumo del pane oltre confine
la fame mi ha tradito
ma muoio da infame per fuoco amico
(in ricordo del soldato che venne fucilato per avere accettato del pane da un soldato austriaco)
Maria Antonia Canton, Cent’anni di Memoria, attiliofraccaroeditore, 2015