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Pubblicato da il 9 Ott 2014 in Letture | 0 Commenti

Prima guerra mondiale: l’uomo diventa una macchina ( E. Koppen)

 

La batteria diventa una macchina.

Al comando “fuoco rapido a 2600” sei uomini caricano sei cannoni con sei proiettili, l’innesco sulla distanza 2600.

Al comando “fuoco rapido” sei serventi puntano sei cannoni alla distanza 2600.

Il comando “fuoco rapido” fa sì che in una batteria di sei cannoni, con la precisione di sei leve meccaniche le braccia di sei serventi in sessanta secondi spalanchino sei volte l’otturatore, che altri sei serventi inseriscano sei volte sei proiettili nelle sei bocche da fuoco, che nello stesso secondo sei otturatori vengano richiusi, che sei mani destre mandino a effetto sei volte l’esplosione di sei colpi a 2600. Sei bocche da fuoco in sessanta secondi scalciano quindi sei volte all’indietro, tanto che i cannoni si impennano come animali frustrati.

Si carica, si punta, si spara.

Fuoco rapido” significa: dopo dieci minuti il battito cardiaco dell’uomo è raddoppiato. Il cuore non batte più nel petto ma in gola. Dapprima il battito ha fatto tremare le membra. Poi queste si adeguano a un comando, diventano di ferro ed entrano a far parte della grande macchina: sei cannoni, una batteria.

Fuoco rapido” significa che dopo una mezz’ora con un movimento automatico gli uomini ai sei cannoni si aprono la giubba. Che dopo un’ora gli uomini si tolgono la giubba, aprono la camicia, e arrotolano le maniche.

Fuoco rapido” significa che dopo un’ora gli uomini della batteria hanno sul volto il pallore della morte, sopra il quale la fuliggine e un impasto di polvere spalmano uno spesso strato nero.

Fuoco rapido”: gli uomini di tanto in tanto cercano di gridarsi qualcosa. Ogni tentativo viene abbandonato poco dopo. Se viene fatto un nuovo tentativo ogni grido si trasforma in un urlo animalesco.

Fuoco rapido”: la furia degli uomini si trasmette ai cannoni, sei freddi tubi metallici spargono oggettivamente davanti a sé, sei volte ogni sessanta secondi, la morte. Poco dopo esalano un vapore bianchiccio, sudano come gli uomini, quegli uomini che lavorano attorno alle macchine. Poi la macchina riceve sangue: i fusti sono caldi come per la febbre.

Fuoco rapido”: la febbre diventa una malattia che contagia. La febbre avvelena il terreno. Un tempo il terreno era verde, verde tenero. Dopo sessanta minuti il verde è tutto schiacciato, calpestato, maciullato. La terra ha ricevuto sei volte delle ferite profonde, in cui spietatamente sei volte ogni sessanta secondo si infliggono taglienti le ruote dei cannoni.

Si carica, si punta, si spara, caricare, puntare, sparare.

Edlef Koppen, Bollettino di guerra, Mondadori, 2008 (or. 1930), p. 76-77

 

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