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Pubblicato da il 9 Dic 2015 in Obiettori | 0 Commenti

Tra soldati nemici: “scambio di cortesie e di saluti” e lettere d’amore (E. Ongaro)

Tra soldati nemici: “scambio di cortesie e di saluti” e lettere d’amore (E. Ongaro)

 

(…) Il 20 dicembre 1916, in una trincea sul monte Zebio (* altipiano dei Sette Comuni-Asiago, ndr) poiché la neve aveva ostruito le feritoie impedendo di sparare, il salernitano e l’avellinese scavarono gradini nella neve per salire sopra le trincee e costruirvi appostamenti per i tiratori; dall’alto della trincea i due poterono osservare la trincea nemica:

Si vedevano gli austriaci scoperti dalla cintola in su che spalavano la neve. Gli austriaci rivolsero parole non comprese perché in tedesco, facendo cenni di saluto. Sopraggiunto il M. E. che fu in Germania a lavorare e là ebbe a fidanzarsi, iniziò una conversazione che portò ad una specie d’intesa reciproca di non molestare i lavori. Di qui uno scambio di cortesie e di saluti specie nell‘occasione della festa di Natale, tanto che dalla trincea nemica veniva alzato un grande cartellone con su scritto in tedesco ‘Buon Natale’ e vennero successivamente gettate sigarette che vennero raccolte (dall’avellinese) e ricambiate con pane. Un disertore austriaco, certo G. L., riferiva in un suo interrogatorio che il caporale M. E. aveva raccontato al caporale austriaco S. che aveva la fidanzata in Germania (a Dresda) pregandolo di scrivere per lui una lettera desiderando darle sue notizie. La lettera fu inviata ed il M. E. ebbe risposta e la lettera scritta in tedesco è in atti e porta pure in tedesco l’indirizzo del M. E.

(Enzo Forcella, Alberto Monticone, Plotone di esecuzione. I processi della prima guerra mondiale, Laterza, Bari 2014, prima edizione 1968, p. 101; Enego, sentenza n. 453 del 5 maggio 1917)

I primi due furono condannati “per rifiuto di obbedienza e conversazione col nemico” a un anno di reclusione, invece M. E. fu condannato a otto anni “per tradimento indiretto”, poiché era già stato condannato “per rifiuto di obbedienza e conversazione col nemico” in quanto protagonista dello scambio di auguri avvenuto il giorno di Natale del 1916. In questa sentenza riguardante M. E. i giudici hanno scritto, come aggravante, che nei giorni precedenti le feste natalizie erano diffuse “precise istruzioni del comando del corpo d’armata per evitare rigorosamente siffatte deplorevoli manifestazioni” (La precedente condanna di M. E. era del 14 febbraio 1917; Enego, sentenza 67, ivi, p. 102).

Ercole Ongaro, No alla Grande guerra 1915-1918, I libri di Emil, 2015, p. 264-265

 

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