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Pubblicato da il 2 Mag 2017 in Letture | 0 Commenti

Una poesia di Winifred Holbty (V. Brittain)

Una poesia di Winifred Holbty (V. Brittain)

 

La guerra, per lei, non era stata come per molte altre una calamità impersonale; nella sua memoria viveva il ricordo autentico della base nell’ultimo e più angoscioso anno di combattimento, un ricordo che prese forma solo nel 1931 quando, dopo una notte di viaggio per tornare a Londra dalla Riviera, pubblicò su Time and Tide la poesia Treni in Francia:

Tutta la notte, tra le colline nascoste,

i treni,

i treni dagli occhi di fuoco,

si chiamano, si cercano l’un l’altro con urla selvagge,

ed io,

pensando di aver dimenticato tutta la Guerra,

ricordo adesso una notte a Camiers,

quando, attraverso l’oscurità, sdraiata ma ancora sveglia,

avevo sentito i treni,

i treni dalle alte urla selvagge,

che si chiamavano l’un l’altro con un grido di caccia, feroce

spietato, inevitabile, come bestie

che inseguono la preda.

Fatti a tale scopo dai loro ideatori,

compito loro è quello di catturare e divorare

la carne della nostra carne, le ossa delle nostre ossa.

Ora dopo cena,

furiosa e impotente resto da sola,

a sentirli correre dietro di te, mio caro, ma tu

li senti? Ti portano via, ti portano a morire!

Cercano di avvisarti, le bestie, le bestie!

Poi, no… penso;

un sogno tanto brutto non può essere vero,

mi calmo, non li sento più urlare.

Infine, dal silenzio irrompe un ruggito fremente

e sento, in lontananza,

ringhiare il tuono dai banchetti senza alcuna gioia…

Le bestie ti hanno preso, le bestie, le bestie…

lo sapevo

che il sogno era vero.

Vera Brittain, Generazione perduta. Testament of Youth, Giunti, 2015 (or. 1960; prima ed. 1933), p.

497-499

* nella foto in evidenza: Winifred Holbty

 

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